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La Rua di Vicenza ....

Maggio 2012

La Congregazione dei Nodari (i Notai) propose nel 1441 di sostituire con un simbolo più fastoso cittadino dell'epoca, il cero destinato dalla Confraternita alla processione del Corpus Domini. Questa solennità era stata istituita da papa Urbano IV nel 1264 e celebrata solennemente nella nostra città fin dal 1339. Il clero, giudicato troppo modesto d inadeguato, fu sostituito da un tabernacolo nel quale era collocata una ruota, simbolo della rotazione degli incarichi dei Nodari, una volta suddivisi in modulanti e in vacanti. La Rua, così venne denominato il “macchinario”, compie la sua prima uscita nel 1444, accompagnata da un gran concorso di popolo entusiasta. Dall’attuale piazzetta Palladio, dove viene montata la “macchina”, viene trasportata in centro storico, da Piazza dei signori per contrà Muschieria, piazza del Duomo, contrà Vescovado, piazza del Castello, il Corso fino alla svolta di contrà Santa Barbara, con ritorno “trionfale” in piazza dei Signori.


Le dimensioni della “gran mole”, così veniva denominata la Rua, si erano fatte sempre più imponenti, e così era aumentato il numero dei facchini precettati per trascinarla. Il corteo d’accompagnamento era costituito da musicanti, cavalieri e armigeri in costume, a piedi ed a cavallo, ma il figurante per eccellenza era un ragazzo in carne ed ossa, posto alla sommità della macchina. Il suo coraggio veniva premiato con una ciambella dolce e una borsa, piena di denaro, dai nobili Bissari, famiglia che aveva sostenuto da sempre la costruzione della Rua, anche con cospicui aiuti finanziari, per questo il popolo gridava la sua gratitudine con il tradizionale saluto “Viva la Rua di casa Bissara!”


Nel 1680, durante “le pompose feste di Vicenza”, la Rua era alta 15,40 metri e veniva ancora portata a spalle dai facchini precettati durante l’annuale processione del Corpus Domini.
Sulla Rua compare il leone marciano, a indicare il dominio della Serenissima Repubblica Veneta. Illustrazione della pretesa Rua Palladiana dovuta all’architetto “N.N”, cioè Francesco Muttoni, maggiore esponente dell’architettura a Vicenza nella prima metà del settecento, come appare in un’opera a stampa più tarda, nel 1760. È di forma classicheggiante, con due atlanti sopra alla cella della Giustizia a reggere la parte terminale sulla cui sommità un angelo agita il vessillo vicentino con croce d’argento in campo rosso.


Il grande successo della Rua spinse qualcuno ad attribuirne l’invenzione al Palladio: questo è impossibile perché quando l’architetto iniziava la sua attività attorno agli anni quaranta del cinquecento, la Rua era già vecchia di un secolo! È invece credibile che il Palladio abbia più volte contribuito ad arricchire la Rua, ormai divenuta sinonimo di festa per i cittadini vicentini; se il Dian afferma che il Palladio fornì dei disegni per la Rua, fu forse spinto dalla lettura della edizione a stampa del 1760 del “Tomo IX” della “Architettura di Andrea Palladio Vicentino con le osservazioni dell’Architetto N.N”. L’acronimo corrisponde tradizionalmente a Francesco Muttoni, e nel Tomo di enuncia l’intervento del maestro sulla macchina dei Nodari allegandovi dei disegni, però di chiara fattura settecentesca.


Si scrive: “… non sarà certamente senza forti ragioni, che la città di Vicenza abbia preso l’uso di fare nel giorno solenne dedicato alla memoria del Corpo di nostro Signore, sotto il nome del Corpus Domini, una processione quanto più si è potuto immaginare divota e pomposa, portando in essa una Macchina con sopra la divisa in figura di Ruota, la quale nella sua altezza sopravanza la sommità de’più eccelsi palazzi. Né sarà stato pure senza ragione, che il nostro Palladio, che nulla faceva a caso, l’abbia delineata. Della origine di questa sacra funzione varie sono le tradizioni, per lo più popolari, cioè a dire non sostenute da fondamento veruno sicuro istorico e passata da età in età sino a’ giorni nostri … in tanta oscurità di cose poco sicure … quello che abbiamo di certo si è, che Palladio fu l’Autore del disegno dell’Obelisco presente; e che è sempre lo stesso, benché ogni tre anni sia rinnovato, per quello che spetta al renderlo decoroso …”.
Comunque, se va respinta la diretta paternità palladiana della Rua, nei disegni del Muttoni traspaiono un’eleganza stilistica ed un equilibrio formale caratteristico del Palladio.

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