Consiglio Notarile di Venezia
  • COME DIVENTARE NOTAI
    E' obbligatorio un praticantato di 18 mesi.

    L'esame di Stato si articola su tre prove scritte e una orale. Superarlo non è semplice.

    Diventare notaio non è facile.
    Il primo passo è la laurea in Giurisprudenza.
    Quindi bisogna svolgere un periodo di pratica obbligatoria di 18 mesi presso uno studio notarile, che può essere intrapreso già durante l'ultimo anno di università.

    Qui l'aspirante notaio comincia a "lavorare sul campo".
    In contemporanea si prepara al concorso di Stato, frequentando una scuola di specializzazione universitaria. Numerosi atenei "esternalizzano" i corsi alle scuole del notariato. In Italia ce ne sono sedici.

    "Il percorso" spiega il coordinatore didattico e scientifico della Scuola di notariato della Lombardia, massimo Caspani "dura due anni, durante i quali si affrontano tutti gli ambiti di competenza della professione. i docenti sono notai e professori universitari. Qui insegnano anche un metodo di studio". Finita la scuola, per accedere al concorso bisogna superare una preselezione a test. Il concorso si tiene a Roma. Il numero dei posti viene stabilito dal ministero della Giustizia sulla base di alcuni parametri. In genere sono tra 100 e 250 all'anno.

    Attualmente è in corso una revisione ministeriale più ampia che dovrebbe rendere disponibili circa mille nuove sedi per i prossimi anni, Al concorso partecipano tra le 2 e le 3 mila persone, ma è così selettivo che spesso non ci sono abbastanza promossi per coprire tutti i posti. L'esame si articola su tre prove scritte: per superarlo bisogna avere la media del 7. Chi è promosso (in media un iscritto su venti) va all'orale.

    Tra lo scritto e l'orale passa circa un anno. Sulla base del voto finale viene stilata una graduatoria nazionale, che stabilisce anche il diritto di scelta delle sedi notarili da occupare.

    Il primo classificato sceglierà per primo, il secondo per secondo e via dicendo fino all'esaurimento dei posti.
  • perchè rivolgersi al notariato
    IL NOTAIO DA SEMPRE ESERCITA GIURISDIZIONE PREVENTIVA E CONTROLLO DI LEGALITÀ SULLE TRANSAZIONI DEI CITTADINI E DELLE IMPRESE, GARANTENDO ANCHE L'AFFIDABILITÀ DEI SISTEMI DI PUBBLICITÀ IMMOBILIARE E SOCIETARIA.
  • quale attività svolgiamo
    Il notaio presta la propria attività quale professionista esperto in determinati settori, in particolare trasferimenti immobiliari, successioni a causa di morte, atti societari, e quale soggetto investito dallo Stato di particolari attività obbligatorie nell'interesse della collettività (riscossione di tributi conseguenti agli atti che riceve, depositi e comunicazioni ai Pubblici Registri), una volta individuate le esigenze pratiche, consiglia agli interessati la soluzione migliore per realizzarle.
    Quando, come spesso accade, lo scopo può essere raggiunto in più modi, il notaio, nel prospettare le diverse opportunità, assicura trasparenza e conoscibilità dei contenuti ed effetti dell'atto, nonchè la piena informazione al cliente dei prevedibili costi, sia tributari che professionali.

    Il notaio avverte le parti:
    - della inutilità economica di stipulare determinati atti,
    - dei pericoli e delle conseguenze che possono derivare da scale condizionate dalla volontà di risparmio fiscale,
    - della possibilità di rivolgersi ad altri uffici per il compimento di semplici formalità per le quali il notaio non è indispensabile.
  • le nostre regole di comportamento
    Il rapporto con il notaio inizia prima del momento della stipulazione dell'atto, affinchè il cliente possa esporre compiutamente la propria volontà e avere i chiarimenti necessari. Quando il notaio si avvale di collaboratori, ciò avviene sempre sotto la direzione e la responsabilità del notaio al quale personalmente le parti possono in ogni caso rivolgere le proprie richieste.

    Anche nel contratto più semplice e ricorrente il notaio non si limita ad autenticare le firme, ma controlla che il contenuto del contratto sia adatto alla situazione giuridica e alla volontà di chi lo sottoscrive. In particolare, quando il documento è predisposto da una delle parti (per esempio il mutuo da stipularsi con una Banca) o da terzi (per esempio la procura preparata da una agenzia di pratiche automobilistiche) il notaio deve richiamare l'attenzione delle parti sulle clausole che possano risultare particolarmente onerose.

    Il notaio, per legge, non può fare l'interesse di una delle parti contraenti a danno di altre; perciò non può, ad esempio, tacere l'esistenza di una ipoteca o di un privilegio sul bene che si compra, oppure inserire nei patti di una società una clausola gravosa per uno dei soci senza illustrarne gli effetti. Tale dovere di imparzialità esiste anche quando il notaio è scelto da una delle parti (tale scelta spetta, di regola, a chi si fa carico di pagarne il costo).

    Il notaio ha il compito di informare, con semplicità e compiutezza, le persone che si rivolgono a lui di tutti i loro diritti, affinchè possano esigerne il puntuale rispetto senza soggezioni nè timori.

    Il cliente ha diritto di scegliere liberamente il notaio. L'intervento nell'operazione di altri professionisti, mediatori e agenti, non deve influenzare la libera scelta del notaio da parte del cliente.

    Il notaio garantisce la validità e l'efficacia dell'atto: non può garantire la convenienza economica dell'affare. Con l'ausilio del notaio possono essere stabilite più appropriate garanzie a tutela degli interessi dei clienti.

    Il notaio assume il rischio naturalmente insito in qualsiasi attività professionale che copre con adeguata assicurazione per la responsabilità civile. Qualora si verifichi un danno e sia accertato che esso dipende da colpa del notaio, esiste un organo di controllo presieduto da un magistrato (Presidente di Corte di Appello) a livello Regionale, che sorveglia che egli non si sottragga ai propri obblighi, anche di risarcimento. Il Notaio inoltre è sottoposto periodicamente a controlli anche per effetto dell'aspetto pubblicistico della funzione notarile. Per effetto di tale funzione si concreta una vera e propria vigilanza sull'operato del notaio, da parte di organi diversi:
    a) Ministro di grazia e giustizia: esercita la vigilanza su tutti i notai, sui consigli e gli archivi notarili;
    b) Procuratori Generali della Repubblica presso le corti di appello e procuratori della Repubblica: esercitano la vigilanza nei limiti delle rispettive giurisdizioni;
    c) Consiglio Notarile: vigila sulla conservazione del decoro nell'esercizio della professione, sulla condotta dei notai iscritti, sulla esatta osservanza dei loro doveri, sulla condotta dei praticanti e sul modo come i medesimi adempiono ai propri doveri.

    Un caratteristico mezzo per l'esercizio della vigilanza è costituito dalle ispezioni periodiche.
    Sono biennali ed in particolare vengono eseguite nel primo semestre successivo ad ogni biennio.
    Le ispezioni hanno per oggetto l'accertamento, in particolare, che nella redazione e conservazione degli atti, dei registri e dei repertori, e nella riscossione e nel versamento delle tasse, siano state osservate le disposizioni di legge.
    La natura pubblica della funzione si riflette in una serie di norme che a tutela della medesima concretano una particolare tutela di carattere penale.
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News > La Rua di Vicenza ....

La Congregazione dei Nodari (i Notai) propose nel 1441 di sostituire con un simbolo più fastoso cittadino dell'epoca, il cero destinato dalla Confraternita alla processione del Corpus Domini. Questa solennità era stata istituita da papa Urbano IV nel 1264 e celebrata solennemente nella nostra città fin dal 1339. Il clero, giudicato troppo modesto d inadeguato, fu sostituito da un tabernacolo nel quale era collocata una ruota, simbolo della rotazione degli incarichi dei Nodari, una volta suddivisi in modulanti e in vacanti. La Rua, così venne denominato il “macchinario”, compie la sua prima uscita nel 1444, accompagnata da un gran concorso di popolo entusiasta. Dall’attuale piazzetta Palladio, dove viene montata la “macchina”, viene trasportata in centro storico, da Piazza dei signori per contrà Muschieria, piazza del Duomo, contrà Vescovado, piazza del Castello, il Corso fino alla svolta di contrà Santa Barbara, con ritorno “trionfale” in piazza dei Signori.

Le dimensioni della “gran mole”, così veniva denominata la Rua, si erano fatte sempre più imponenti, e così era aumentato il numero dei facchini precettati per trascinarla. Il corteo d’accompagnamento era costituito da musicanti, cavalieri e armigeri in costume, a piedi ed a cavallo, ma il figurante per eccellenza era un ragazzo in carne ed ossa, posto alla sommità della macchina. Il suo coraggio veniva premiato con una ciambella dolce e una borsa, piena di denaro, dai nobili Bissari, famiglia che aveva sostenuto da sempre la costruzione della Rua, anche con cospicui aiuti finanziari, per questo il popolo gridava la sua gratitudine con il tradizionale saluto “Viva la Rua di casa Bissara!”


Nel 1680, durante “le pompose feste di Vicenza”, la Rua era alta 15,40 metri e veniva ancora portata a spalle dai facchini precettati durante l’annuale processione del Corpus Domini.
Sulla Rua compare il leone marciano, a indicare il dominio della Serenissima Repubblica Veneta. Illustrazione della pretesa Rua Palladiana dovuta all’architetto “N.N”, cioè Francesco Muttoni, maggiore esponente dell’architettura a Vicenza nella prima metà del settecento, come appare in un’opera a stampa più tarda, nel 1760. È di forma classicheggiante, con due atlanti sopra alla cella della Giustizia a reggere la parte terminale sulla cui sommità un angelo agita il vessillo vicentino con croce d’argento in campo rosso.

Il grande successo della Rua spinse qualcuno ad attribuirne l’invenzione al Palladio: questo è impossibile perché quando l’architetto iniziava la sua attività attorno agli anni quaranta del cinquecento, la Rua era già vecchia di un secolo! È invece credibile che il Palladio abbia più volte contribuito ad arricchire la Rua, ormai divenuta sinonimo di festa per i cittadini vicentini; se il Dian afferma che il Palladio fornì dei disegni per la Rua, fu forse spinto dalla lettura della edizione a stampa del 1760 del “Tomo IX” della “Architettura di Andrea Palladio Vicentino con le osservazioni dell’Architetto N.N”. L’acronimo corrisponde tradizionalmente a Francesco Muttoni, e nel Tomo di enuncia l’intervento del maestro sulla macchina dei Nodari allegandovi dei disegni, però di chiara fattura settecentesca.

Si scrive: “… non sarà certamente senza forti ragioni, che la città di Vicenza abbia preso l’uso di fare nel giorno solenne dedicato alla memoria del Corpo di nostro Signore, sotto il nome del Corpus Domini, una processione quanto più si è potuto immaginare divota e pomposa, portando in essa una Macchina con sopra la divisa in figura di Ruota, la quale nella sua altezza sopravanza la sommità de’più eccelsi palazzi. Né sarà stato pure senza ragione, che il nostro Palladio, che nulla faceva a caso, l’abbia delineata. Della origine di questa sacra funzione varie sono le tradizioni, per lo più popolari, cioè a dire non sostenute da fondamento veruno sicuro istorico e passata da età in età sino a’ giorni nostri … in tanta oscurità di cose poco sicure … quello che abbiamo di certo si è, che Palladio fu l’Autore del disegno dell’Obelisco presente; e che è sempre lo stesso, benché ogni tre anni sia rinnovato, per quello che spetta al renderlo decoroso …”.
Comunque, se va respinta la diretta paternità palladiana della Rua, nei disegni del Muttoni traspaiono un’eleganza stilistica ed un equilibrio formale caratteristico del Palladio.

www.rua.vicenza.com Maggio 2012

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